Il Progetto Integrato di Filiera Energia dal territorio al 100% trae spunto da alcune esperienze sviluppatesi negli ultimi dieci anni, sia di tipo progettuale (Progetti Transfrontalieri Biomass e Biomass plus, PIF Dall’Appennino al Mare) che imprenditoriali (Consorzi forestali nati negli anni 2011 e 2012), con l’idea di costruire una nuova prospettiva imprenditoriale integrata che metta al centro il territorio montano, i boschi pubblici e privati e coloro che li presidiano e vivono: le imprese agricolo-forestali e le relative comunità. Il PIF, insieme all’Accordo di Filiera e ai progetti di misura 1.2, 16.3, 16.6, 16.8, le azioni sulle Misure 8.5 e 8.6 e sull’Operazione 6.4.2, coinvolgono l’area della cosiddetta Lucchesia, della provincia di Lucca e di alcuni territori limitrofi: dalle aree montane di Pescia si passa attraverso Villa Basilica e le Pizzorne di Capannori, Borgo a Mozzano, Bagni di Lucca, la Brancoleria e la montagna lucchese, fino a Pescaglia. Anche le Cerbaie sono parte del progetto, così come la Garfagnana e l’Alta Versilia.
I problemi e criticità affrontati possono essere così sintetizzati:
a) La frammentazione delle proprietà private e la scarsa programmazione forestale pubblico e privata
b) Il dilagante abbandono delle foreste, la mancata valorizzazione delle stesse e la crescita di rischi ambientali
c) L’eccessivo individualismo, disaggregazione e mancanza di strutturazione delle imprese forestali che presidiano effettivamente il territorio e la “distanza” attuale tra il mondo della cosiddetta “cooperazione forestale” (che è aziendalmente più strutturato ma che opera principalmente su servizi e commesse pubbliche) e l’effettiva attività economica e di creazione di valore aggiunto nelle aree montane
d) La bassa valorizzazione dei prodotti e sottoprodotti forestali locali, con un riferimento specifico al castagno
e) La diffusione di lavoro irregolare, non sicuro, sommerso e semi sommerso
f) L’introduzione di prodotti legnosi concorrenziali ma di importazione (pellet) che deprimono la domanda e il consumo di legna locale, con danni economici, sociali e saldi ambientali negativi, sia per i maggiori trasporti che per l’immissione di ossigeno in aree non toscane o estere.
Le potenzialità consistono nella ricchezza di imprese e cultura forestale diffusa, oltre che la positività di esperienze progettuali e consortili che le hanno sapute valorizzare e incanalare in una prospettiva di sviluppo.
A fronte di queste criticità e potenzialità, gli obiettivi generali del progetto sono:
Il progetto ha attivato le seguenti misure:
Sottomisura 1.2 – “Progetti dimostrativi e azioni informative” – proposto da CAICT srl – Centro Assistenza Imprese Coldiretti Toscana;
Sottomisura 16.3 – “Cooperazione tra piccoli operatori per organizzare processi di lavoro in comune e per condividere strumenti e risorse” – Consorzio Forestale dei produttori del Cippatino;
Sottomisura 16.6 – “Sostegno alla cooperazione di filiera per l’approvvigionamento sostenibile di biomasse da utilizzare nella produzione di alimenti e di energia e nei processi industriali” – Consorzio Forestale Energia dal Territorio;
Sottomisura 16.8 – “Sostegno alla stesura di piani di gestione forestale o di strumenti equivalenti” – proposto da Consorzio Agro Forestale della Lucchesia e Cerbaie;
Inoltre sono state attivate le seguenti attività:
Operazione 6.4.2 “Energia derivante da fonti rinnovabili nelle zone rurali”
Sottomisura 8.5 “Investimenti diretti ad accrescere la resilienza e il pregio ambientale degli ecosistemi forestali” (limitatamente al finanziamento dei soli piani di gestione o equivalenti)
Sottomisura 8.6 “Sostegno agli investimenti in tecnologie silvicole e nella trasformazione, mobilitazione e commercializzazione dei prodotti delle foreste”
Iniziativa finanziata dalla sottomisura 1.2 nell’ambito del bando PIF FORESTALE 2017 del Programma di Sviluppo Rurale 2014 – 2020 della Regione Toscana (fondi FEASR)